Benessere, Alimentazione e Mindful Eating

In ambito psicologico il cibo è importante per lo sviluppo fisico dela persona ma anche per lo sviluppo della dimensione sociale e psicologica. Il cibo può essere visto come mediatore della relazione tra noi e il mondo esterno, non solo come nutriente. Per il neonato è visto come la prima esperienza di separazione tra sé e non sé, il pasto come occasione d’interazioni tra la madre ed il bambino, queste definiscono le basi per lo sviluppo della relazione di attaccamento della diade (John Bowlby). Il cibo può diventare anche veicolo di scarico per tensioni, ansie e mezzo per esprimere emozioni spiacevoli. I DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) , infatti, non sono semplici malattie dell’appetito, bensì sono l’espressione, con il loro correlato sintomatico di un disagio psicologico più invalidante: è la mente che tenta invano di controllare ossessivamente il corpo, come unico modus per gestire un dolore soggettivo disturbante o per riempire un vuoto interiore incolmabile. Il pensiero ossessivo del cibo, sia che questo venga rifiutato (anoressia), ingerito e poi vomitato (bulimia), o assunto incontrollatamente (alimentazione incontrollata), diviene un anestetico per non percepire il dolore e al contempo l’unico mezzo per poterlo comunicare. Dalla casistica clinica è emerso che il disturbo alimentare emerge frequentemente in età adolescenziale e pre-adolescenziale, periodo estremamente conflittuale per il giovane, il quale immergendosi nel percorso mutativo della crescita, proteso verso l’adultività che coinvolge il corpo, l’identità, la sfera affettiva e le relazioni con i pari, può non aver pienamente maturato il proprio potenziale di coping adeguato per rispondere al carico di stress emotivo e cognitivo che lo sviluppo in sé comporta. La costruzione, infatti, dell’immagine di sé influenza evidentemente l’autostima del ragazzo, che si troverà ad oscillare tra cambiamenti comportamentali rigidamente scissi il più delle volte dettati da sforzi di adeguamento all’ambiente di riferimento ed attui per compensare insicurezze e vulnerabilità proprie. La complessità dei DCA si individua, inoltre, nell’eterogeneità di questi disturbi: vi sono infatti diversi fattori predisponenti e di mantenimento del sintomo clinico che logora non solo il giovane in sé che ne soffre ma anche chi gli è più vicino, in primo luogo i genitori. Questi, di fronte al disagio del figlio/a, spesso non riescono a dispiegare adeguati strumenti per affrontare la problematica in questione, lasciandosi in molti casi comprensibilmente soverchiare da sentimenti di sensi di colpa e di impotenza. Emergono, infatti, nei genitori dei naturali vissuti di ansia circa l’inefficacia del loro metodo educativo ed affettivo nonché, in misura maggiore, la paura di “non essere stati dei buoni genitori”. Il dolore più invalidante è dettato soprattutto dal non riuscire a comprendere cosa sia capitato al figlio/a e ancora di più il non essere in grado di dare un senso al cambiamento del giovane che dapprima si mostrava come sereno e socievole mentre, in un secondo momento, appare molto infelice, lunatico ed introverso. Colloqui psicologici, gruppi terapeutici con adulti, adolescenti e genitori, possono essere strumenti di supporto per problematiche emotive alimentari. Nel raggiungimento di uno sano stile di vita alimentare e relazionale la Mindful Eating può rappresentare uno strumento terapeutico per acquisire la consapevolezza del qui ed ora , degli effettivi bisogni legati al cibo e del modo in cui percepiamo noi stessi. I principi della mindfulness possono essere applicati in qualsiasi attività.
Essere più “mindful” vuol dire essere in grado di prestare maggiore attenzione a ciò che si sta facendo in qualsiasi momento, quando lavoriamo, ascoltiamo gli altri o leggiamo un libro.
Mangiare è un’attività naturale ma è anche piacere, spesso però si consuma il cibo senza prendersi cura di sé. Invece, è importante mangiare apprezzando il cibo e ponendo attenzione al proprio corpo e al momento della nutrizione. Questo è il senso della della Mindful Eating, del Training Autogeno e tecniche di rilassamento ma se volete saperne di più, non vi resta altro che scrivermi o chiamarmi. Sarò felice di iniziare con voi un percorso di aiuto e consapevolezza utile in tutte le condizioni di tensioni e sovraffaticamento quotidiani e per riappropriarci di una relazione sana e gioiosa con il cibo.

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